Ondate di calore si associano ad aumento infarti

Questi i risultati di un ampio studio cinese

Le ondate di calore potenziano l’effetto dell’inquinamento atmosferico mediante una azione sinergica del calore con le particelle atmosferiche inquinanti PM 2,5. Lo dimostra uno studio effettuato da ricercatori cinesi nella provincia di Jiangsu esaminando nell’arco di 5 anni( dal 2015 al 2020) ben 202678 soggetti deceduti per infarto del miocardio, utilizzando la metodica Case-Crossover (nella quale i soggetti malati vengono utilizzati in diverse fasi della ricerca quali controllo di se stessi). Lo studio è stato commentato positivamente in un editoriale della rivista Circulation.

Secondo i ricercatori cinesi il 2,8% delle morti per infarto miocardico nella popolazione esaminata sarebbero attribuibili alla deleteria azione dell’aumento delle temperature ambientali e dell’inquinamento atmosferico, rilevato e monitorato attraverso l’indicatore della concentrazione dei PM 2,5 nell’aria. L’aumento di mortalità interesserebbe le fasce più anziane di popolazione e le donne maggiormente rispetto agli uomini. I periodi di freddo, pur registrando livelli elevati di inquinamento atmosferico, non comporterebbero un aumento significativo di mortalità per infarto del miocardio. Il livello critico dei PM 2,5 al di sopra del quale sembra accertato l’aumento di mortalità per infarto secondo i ricercatori è di 37,5 microgrammi per metro cubo di aria.

Bibliografia

1) Ruijun Xu,Suli Huang et Al.: Extreme Temperature Events, Fine Particulate Matter, and Myocardial Infarction Mortality . Circulation. 2023;148:312–323